Vittorio Petito

L’arte non riproduce ciò che è visibile,
ma rende visibile ciò che non sempre lo è.

(Paul Klee)

Vittorio Petito appartiene alla progenie di Antonio Petito. In famiglia si sono dedicati tutti al teatro professionale, fino al nonno paterno. Ha avuto egli stesso una cospicua e gratificante esperienza di teatro professionale che lo ha portato a recitare, tra gli altri, in Compagnia con Massimo Ranieri. Lo spettacolo intitolato proprio “Pulcinella”, per la regia di Maurizio Scaparro, dopo una lunga tournée italiana, approdò negli Stati Uniti per giungere, infine, a Broadway nel 1987.

Si appassiona parimenti alla musica, dedicandosi per molti anni allo studio del pianoforte. Ha approfondito le tecniche essenziali sull’uso del colore frequentando importanti artisti italiani. “La tecnica, ovvero l’apprendimento delle più vantaggiose modalità per gestire l’anarchia sfrenata del colore, oppure per ricomporre intervalli sonori in giuste sequenze, oppure per domare la primordiale indomabilità di un blocco marmoreo, oppure per disciplinare il fluttuare ribelle di parole e pause. Così l’artista si appropria del tramite a sé più congeniale, con esso definisce la dimensione della sua visione. Per cui, alla fine, un approccio multidisciplinare può indurre a scolpire una cadenza plagale, oppure ad eseguire in musica un blu di Prussia” (V.P.).

Famoso soprattutto per i suoi paesaggi, ad olio, china o acquerello (tecnica che attualmente insegna), in cui le visioni naturalistiche appaiono sospese in un’atmosfera quasi surreale, dove in progressione si delinea la propria cifra espressiva: inventare ed affidare un tempo senza misura ai luoghi della riflessione e della quiete, territori in cui il visitatore dell’opera possa introdursi, condividere quella visione e, principalmente, tentare di rinvenire ed esplorare la molteplicità di infiniti di cui ed in cui l’uomo vive.

“La peculiarità del tratto si risolve nell’offrire all’osservatore una leggibilità piena e chiara del messaggio, al di là di percorsi tortuosi e decifrazioni complicate. Questione di scelte. È mia convinzione, infatti, che emozioni e suggestioni, pur profonde e composite, possano essere ugualmente trasmesse con estrema limpidezza di espressione” (V.P.).

Le sue opere figurano in numerose pubblicazioni d’arte e prestigiose collezioni pubbliche e private. Roma, Bari, Orbetello, Ferrara, Milano, Perugia tra le esposizioni italiane. Tra quelle degli anni più recenti:

2023 – Complesso Monumentale Monastero di San Giovanni, Cava de’ Tirreni

2018/2019 – PAN, Palazzo delle Arti Napoli, dal 15 dicembre 2018 al 6 gennaio 2019
2018 – Palazzo delle Arti “Beltrani”, pinacoteca Scaringi, Trani
2017 – Amalfi, Italian Art Exhibition
2015 – Salerno, Complesso Monumentale di Santa Sofia
2015 – Ravello, Complesso Monumentale dell’Annunziata
2014 – Salerno, Palazzo Fruscione, Biennale d’Arte Contemporanea
2014 – Salerno, Palazzo Genovese
2014 – Maiori, Palazzo Mezzacapo
2013 – Ravello, Villa Rufolo
2012 – Ravello, Villa Rufolo

Sue opere sono esposte in permanenza in Villa Cimbrone a Ravello.

Vive e lavora a Napoli.

“Conoscendo il racconto della vita di Vittorio Petito, mi sono resa conto quanto sia forte e impellente,  la sua necessità di dare fondo ad espressioni artistiche di ogni forma e significato, non solo sulla scena ma anche in altri orizzonti dell’arte.
Lo prendiamo in esame nella sua abilità di misurarsi artisticamente anche con una tecnica di pittura tra le più difficili, come l’acquerello, incorreggibile e diafana, che diventa per colui che vuole cimentarsi un duro banco di prova, nell’esercizio del controllo tra disegno e colore…”

Luisa Martorelli, storico dell’arte

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Napoli. Italy

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